Non sono filo-Americana...
E' una precisazione che devo fare prima di procedere con il post "ricamereccio"...
Non concordo affatto con filosofia dello "yes, we can!" che maschera una serie di questioni inconciliabili, a mio parere, con una nazione moderna che fa della democrazia e delle pari opportunità la sua ragione d'essere... Non può coesistere lo "yes, we can!" con la pena di morte, con la discriminazione razziale (verso i neri, i nativi americani...), con un sistema sanitario pubblico di fatto inesistente...
Tuttavia mentirei se dicessi che non sono affascinata dagli U.S.A., faccio parte della generazione che è cresciuta con i telefilm americani (quelli vecchi stile tipo "La casa nella prateria", "Hazzard", ecc.) Da sempre sogno un mese di ferie (e un po' di soldini) per visitarli "coast to coast", mi colpiscono i paesaggi così ampi e diversi come musei naturali, i musei reali d'arte contemporanea, le piccole realtà locali, le trapunte Hamish... Piccole sciocchezze che i suddetti telefilm e tutti i film inculcano quali gli hot dog schifidi, le colazioni all'americana (su quelle anche noi europei ci possiamo consolare, basta andare in Inghilterra o in Olanda), quei deliziosi (almeno per me) cestini di cartone che contengono il cibo take away cinese... Ecco questi ultimi li bramo davvero!
A parte tutto ciò, va fatto un giusto tributo all'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ma anche allo sconfitto John McCain. Hanno dato una lezione di stile e di politica, entrambi. McCain, assumendosi tutta la responsabilità per l'esito negativo del suo partito, affermando piena fiducia nel nuovo eletto dicendo: "l’uomo che era il mio avversario ora è il mio presidente". Obama dal canto suo ha sottolineato la portata dell'avversario, auspicando una collaborazione concreta per mantenere tutte le promesse fatte alla nazione! I detrattori possono ribattere dicendo che si tratta della politica del "vogliamoci tutti bene", dell' "happy end" tipico di tutti i film made in U.S.A., dell nostro (nostrano) "tarallucci e vino"... Può essere... Tuttavia ribadisco, per me è soprattutto una lezione di stile che, se anche fosse solo formale (ma spero proprio di no), non appartiene purtroppo ai nostri politici. La lite e la calunnia reciproca per accaparrarsi i voti e infangare gli avversari e per noi prassi, non c'è cooperazione e ciò va ovviamente contro ogni possibile gesto e intervento per risollevare le sorti della nostra Italia...
Comunque...
Tutto quaesta ampia digressione per dire che non ritengo Halloween una festa "festeggiabile", al di fuori degli Stati Uniti. Certo ha radici anglosassoni, dunque europee, ma non appartiene affatto alla nostra cultura, alla tradizione italiana. Nella mia infanzia (di trentenne) il 1 novembre ha sempre coinciso con i "giri" ai cimiteri. Non mi è mai sembrata una giornata veramente triste, le "lucine", i mille fiori colarati, tutta la gente che si incontrava, i parenti che non si vedevano mai, se non in queste occasioni, i raccontati e le storie dei bisnonni, dei prozii, dei cari caduti in guerra... Poi c'erano le caldarroste, i pranzi di famiglia, i fagiolini con l'occhio in umido, la polenta... Insomma non c'era bisogno di "dolcetto o scherzetto" per stare bene insieme.
Però ecco che sui giornali di ricamo appaiono ogni anno lavoretti meravigliosi con zucche, zucchette, fantasmini... E io non so resistere...
Mettiamola così: Halloween è un po' come internet, i cellulari, la play station se non si esagera non sono certo dannosi e non si va proprio contro la tradizione... Allora Halloween è un'occasione per accogliere gli amici o per abbellire la "casetta dei sogni"e nel prossimo post, posterò i risultati!
E' una precisazione che devo fare prima di procedere con il post "ricamereccio"...
Non concordo affatto con filosofia dello "yes, we can!" che maschera una serie di questioni inconciliabili, a mio parere, con una nazione moderna che fa della democrazia e delle pari opportunità la sua ragione d'essere... Non può coesistere lo "yes, we can!" con la pena di morte, con la discriminazione razziale (verso i neri, i nativi americani...), con un sistema sanitario pubblico di fatto inesistente...
Tuttavia mentirei se dicessi che non sono affascinata dagli U.S.A., faccio parte della generazione che è cresciuta con i telefilm americani (quelli vecchi stile tipo "La casa nella prateria", "Hazzard", ecc.) Da sempre sogno un mese di ferie (e un po' di soldini) per visitarli "coast to coast", mi colpiscono i paesaggi così ampi e diversi come musei naturali, i musei reali d'arte contemporanea, le piccole realtà locali, le trapunte Hamish... Piccole sciocchezze che i suddetti telefilm e tutti i film inculcano quali gli hot dog schifidi, le colazioni all'americana (su quelle anche noi europei ci possiamo consolare, basta andare in Inghilterra o in Olanda), quei deliziosi (almeno per me) cestini di cartone che contengono il cibo take away cinese... Ecco questi ultimi li bramo davvero!
A parte tutto ciò, va fatto un giusto tributo all'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ma anche allo sconfitto John McCain. Hanno dato una lezione di stile e di politica, entrambi. McCain, assumendosi tutta la responsabilità per l'esito negativo del suo partito, affermando piena fiducia nel nuovo eletto dicendo: "l’uomo che era il mio avversario ora è il mio presidente". Obama dal canto suo ha sottolineato la portata dell'avversario, auspicando una collaborazione concreta per mantenere tutte le promesse fatte alla nazione! I detrattori possono ribattere dicendo che si tratta della politica del "vogliamoci tutti bene", dell' "happy end" tipico di tutti i film made in U.S.A., dell nostro (nostrano) "tarallucci e vino"... Può essere... Tuttavia ribadisco, per me è soprattutto una lezione di stile che, se anche fosse solo formale (ma spero proprio di no), non appartiene purtroppo ai nostri politici. La lite e la calunnia reciproca per accaparrarsi i voti e infangare gli avversari e per noi prassi, non c'è cooperazione e ciò va ovviamente contro ogni possibile gesto e intervento per risollevare le sorti della nostra Italia...
Comunque...
Tutto quaesta ampia digressione per dire che non ritengo Halloween una festa "festeggiabile", al di fuori degli Stati Uniti. Certo ha radici anglosassoni, dunque europee, ma non appartiene affatto alla nostra cultura, alla tradizione italiana. Nella mia infanzia (di trentenne) il 1 novembre ha sempre coinciso con i "giri" ai cimiteri. Non mi è mai sembrata una giornata veramente triste, le "lucine", i mille fiori colarati, tutta la gente che si incontrava, i parenti che non si vedevano mai, se non in queste occasioni, i raccontati e le storie dei bisnonni, dei prozii, dei cari caduti in guerra... Poi c'erano le caldarroste, i pranzi di famiglia, i fagiolini con l'occhio in umido, la polenta... Insomma non c'era bisogno di "dolcetto o scherzetto" per stare bene insieme.
Però ecco che sui giornali di ricamo appaiono ogni anno lavoretti meravigliosi con zucche, zucchette, fantasmini... E io non so resistere...
Mettiamola così: Halloween è un po' come internet, i cellulari, la play station se non si esagera non sono certo dannosi e non si va proprio contro la tradizione... Allora Halloween è un'occasione per accogliere gli amici o per abbellire la "casetta dei sogni"e nel prossimo post, posterò i risultati!
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