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lunedì 25 luglio 2011

LUOGHI D'INCANTO PER OGNI STAGIONE

La vacanza per noi è sinonimo di mare, solo nell'acqua, seguendo l'orizzonte, in uno spazio sospeso tra cielo e terra, ci sentiamo davvero liberi e in pace...
Solo in questo elemento carico dei colori del cielo, della natura circostante, esaltati dal sole, resi mutevoli dell'umidità e dal vento, dei profumi più vari, riusciamo davvero a lasciarci alle spalle la stanchezza e lo stress che, in città, ci rende insofferenti.
Non è di mare che voglio parlare, ma di una piacevole scoperta in montagna, dove simo stati per un "week end lungo" a marzo e dove siamo tornati a giugno per una settimana.

La montagna d'inverno, anche se non vi pratico alcuno sport, per me è magica; ecco perchè abbiamo deciso di tentare la "sorte meteo" e "scoprire" una nuova zona dell'Alto Adige, la valle Aurina e, in particolare, Campo Tures.
Così, mentre in pianura imperversavano pioggia e freddo noi ci siamo regalati 4 giorni splendidamente assolati nonostante il freddo. Una meraviglia di colori incredibilmente vividi, la neve luccicante, come composta da miliardi di diamanti, l'aria cristallina e limpida che penetrava a stilettate nei polmoni, lacerandoli ma aprendoli... Che dire una scoperta continua di paesi piccoli e lindi dalle chiesette-gioiello, passeggiate ed escursioni da sogno...


L'imponente castello di Sand in Taufers visto dalla ripida stradina da cui si arriva, un micione (che abbiamo nuovamente incontrato a giugno), serafico, anzi, severo e ieratico, incurante del freddo e di noi e la vista sulle montagne dalla chiesa di Predoi, l'ulimo paese della valle, al confine con l'Austria.


Seguedo la strada che oltrepassa Riva di Tures, si arriva ad un parcheggio da cui comincia un sentiero sterrato che attraversa tutta la valle dei Dossi. Si tratta di un percorso che, nonostante l'abbondante neve, è stato veramente molto piacevole e agevole anche per chi, come me, ha la camminata da pianura e si destabilizza con un minimo dislivello! Bellissimo vedere le cime circostanti delle Vedrette di Ries e del Gruppo Rieserferner e, ancora di più, giungere, dopo circa un'ora, alla malga (Knuttenalm) dove ci siamo regalati uno strepitolo piatto tirolese, strudel con panna e varie tazze del nostro nuovo must: il te al sambuco.

Lo splendore dei luoghi, dal punto di vista naturale e culturale, ci hanno spinto a ritornrci a giugno per un'intera settimana. Il tempo non è stato, purtroppo, così clemente come a marzo, tuttavia siamo riusciti a regalarci tutte le escursioni che avevamo programmato senza pioggia, intervallate da lunghe e piacevoli spste alla spa dell'albergo.


La valle Aurina e le tante meraviglie da visitare, tra le quali il Centro del Respiro e il museo delle miniere di Predoi dove, con un trenino, muniti di caschetto e impermeabile, si entra nel cuore della montagna; la chiesetta di S. Valburga dal paesino di Caminata; la salita al castello addentrandosi nel bosco per un sentiero nebbioso; la "spianata" dell valle dell'Aurino che da Campo Tures conduce verso la bella chiesa dell'Assunta e ancora tanto e tanto e tanto ancora...


... come la passeggiata verso la malga dei Dossi (Knuttenalm) con un clima e una stagione diversi. Che meraviglia vedere, per la prima volta, distese e distese di rododendri fioriti e tanti altri fiori colorati, un incanto per gli occhi e lo spirito. E che bello scoprire che, senza la neve, alla malga si arriva in un attimo, guardarsi un secondo negli occhi e decidere che sì, si può fare...
E allora proseguiamo verso il parco degli Alti Tauri in Austria, seguendo lo stesso sentiero sterrato che in passato era una strada, percorribile con i mezzi a motore, che portava al confine.


Bè la strada non è più così agevole, inizia la vera e propria salita che non termina se non al passo, ci vuole un buona camminata e, possibilmente, un po' di allenamento per non arrivre sfiancati. Ma il paesaggio è mozzafiato. I tornanti e le curve fanno si che l'ambiente cambi in continuazione, la costante è l'acqua: cascatelle, ruscelli, pozze, una meraviglia... Dagli abeti e dai pascoli che sembrano progettati da un'achitetto di giardini alle distese di pino mugo, poi solo prateria... L'ultimo tratto manca il fiato (almeno a me), il silenzio forzato ci fa assaporare la pace e la tranquillità rotta solo dal vento.
Sorpassata la vecchia casa della guardia di finanza si apre il paesaggio ed ecco il lago di Gola (Klammlsee), un piccolo laghetto alpino in un'area incontaminata di selvaggia bellezza, dove solo aquile e marmotte rompono l'incanto. Proseguendo ancora poche centinaia di metri si arriva al vecchi confine dalla sbarra oggi alzata, ancora un passo e siamo in Austria nel parco degli Alti Tauri e da qui la strada scende... Proseguiamo ancora per un po' ma il panorama è decisamente più bello in Italia e allora via verso la malga, a momenti fa capolino il sole e rende la natura ancora più meravigliosa almeno quanto il piatto tirolese e lo strudel di ricotta!!!!



Ma la vacanza è stato tanto altro, Bressanone, Novacella, castelli, passeggiate, negozietti deliziosi e Innsbruck che da tanto volevo visitare. Il castello di Ambras, la sua Wunderkammer e gli splendidi giardini, il Tetto d'oro realizzato da Massimiliano I, la Hofkirche, l'Hofburg, il café Sacher...
Una piacevole sorpresa e una prenotazione già pronta per un week end autunnale!!!



venerdì 27 agosto 2010

BRUM BRUM!!!! OVVERO...

...DI AUTO E CUCITO!



Qualcuna si domanderà che relazione possa mai intercorrere tra queste due attività beh, preciso subito che, sebbene l'automobilismo sia una passione di marito dei sogni e mia, condivisa poi quando ci siamo innamorati, non tenterò voli pindarici per trovare un trait d'union.

E' che io mi affeziono facilmente tanto alle persone quanto... agli oggetti.

Così l'automobile non è solo un mezzo di trasporto che mi accompagna al lavoro, a fare la spesa, che ci porta in vacanza, all'avventura per a scoprire luoghi nuovi, o verso rassicuranti mete note altrettanto entusiasmanti.

E non sto certo parlando di valore materiale... Non importa che sia una fuoriserie o un catorcio, anzi...

Chi non si ricorda la prima automobile guidata? O quella con cui in cui si andava in vacanza da piccoli? Chi, da bimbo, non ha dormito sui sedili posteriori trovandoli comodi quanto o più del proprio letto?

Per me ogni auto acquisisce, col tempo, una sua personalità che può essere legata all'estetica (certi frontali conferiscono un aspetto buffo, oppure severo, altri grintosi o scanzonati), ma soprattutto alle emozioni che a lei si legano.

So che sono pure fantasie, ma trovo bello che talvolta la realtà si tinga di un po' di poesia; purché i piedi rimangano saldamente ancorati a terra, un pizzico di questa sana magia contribuisce a rendere la vita più leggera, sempre.

E allora per abbellire e festeggiare una “nuova arrivata in famiglia”, “autina dei sogni” rossa fiammante (ma non è una Ferrari!!!), ecco un utile proteggi autoradio che ho cucito velocemente, in un paio d'ore, con un po' di ritagli di tessuto e feltro e un pochino di fantasia.

E via verso meravigliose fantastiche avventure con marito dei sogni, per una volta, nel ruolo di navigatore!




ISTANTI DI UN WEEK END

Lo scorso fine settimana, quando in pianura sono tornati a deliziare le giornate caldo ed afa, marito dei sogni ed io siamo regalati un vero week end in montagna a goderci aria pura, fresca, frizzantina e panorami splendidi.
Eccone un assaggio...





Basta imboccare un sentiero, entrare in un bosco, camminare qualche minuto ed ecco che i pini si aprono a creare radure e pascoli dove non è difficile avvistare qualche animale: mucche e caprette accanto alle malghe, splendidi cavalli e anche una miriade di pesciolini in un terso laghetto alpino dalle acque cristalline ma freddissime...




Non solo natura, anche tanta arte: poco noti, comunque meravigliosi, questi dipinti murari sono caratteristici della vallata in cui ci trovavamo e di altre limitrofe. Realizzati tutti dalla stessa famiglia di artisti da cui discenderà, quasi due secoli dopo, il bergamasco Baschenis, sono davvero interessanti per la particolarità dei soggetti e l'impiego di significativi dettagli iconografici.



In attesa che arrivi il 12 settembre quando finalmente partiremo per le tanto sospirate vacanze, ci voleva proprio un tuffo nella natura e nella bellezza, un momento di pausa dalla routine quotidiana per rilassarci insieme lontano da ogni pensiero...

venerdì 4 settembre 2009

LA CASETTA DEI SOGNI...

... SI TRASFERISCE QUI PER DUE SETTIMANE


Sarà un vero piacere ritrovarvi al nostro ritorno
carica di energie per riprendere in mano i miei adorati ricami
con tanti progetti nuovi nuovi per l'inverno!


mercoledì 17 giugno 2009

BLOG DI MARM: INDOVINA-VACANZA

Vi voglio segnalare un piccolo indovinello proposto da Marm, che poi è la mia mamma, sul suo blog aperto da poco:

ricamidimarmotta.blogspot.com

In questi giorni è in vacanza e nel suo ultimo post ha pubblicato le foto dei luoghi in cui soggiornerà...
Ha pensato ad un modo carino per conoscere nuove amiche "ricamine", chiedendo a chiunque passerà dal suo blog di provare ad indovinare le due località meta delle vacanze.
Alla prima che riuscirà ad identificare il luogo (e qui sotto potete vedere una delle varie foto pubblicate), un piccolo omaggio realizzato da Marm!
C'è tempo fino al 6 luglio che è anche il giorno del suo compleanno!!!
Partecipate numerose, non è necessario possedere un blog, ma se l'avete potete segnalare la sua iniziativa!!!!


mercoledì 6 maggio 2009

SOGNO E REALTA'

Tra esattamente quattro mesi atterremo qui...

I colori che il sole e il mare, disteso a perdita d'cchio, accentuano incredibilmente ci accompagneranno per due splendide settimane. Ecco il porto con le sue centinaia di barche, i pescatori e le loro reti, i banchetti della frutta, dolce e succosa...


Con la "nostra" barca, "Il Barracuda", verremo accompagnati in angoli splendidi dove, nonostante i molti turisti, fortunatamente per noi in calo a settembre, si ha l'impressione di poter godere in esclusiva di un vero e proprio angolo di paradiso! So che questa espressione è decisamente abusata, ma davvero, può capirne il puntuale paragone solo chi ha "vissuto" quest'isola con calma, lontano dalla "folla" delle poche, minuscole spiaggette e dal clamore del turismo di massa che, ahimé, è giunto anche in questa roccia emersa dal mare, ultimo, estremo baluardo a sud d'Europa.



In barca al tramonto... Ho provato una sensazione di pace incredibile immersa nel silenzio di quest'acqua, calda e calmissima, mentre un sole rosso scendeva lentamente lasciandosi prima cullare, poi inghiottire dal mare, cedendo spazio alla luna piena che illuminava le barche e le reti dei pescatori, guidando noi verso il porto.


Impagabile e unica la vista dell'Isola dei conigli, un po' meno scendere in spiaggia quando lo scirocco fa schizzare il termometro a 42° alle otto di mattina, ma quando questo vento caldo, umido e opprimente cede ad una brezza fresca, la passeggiata offre scorci di commovente bellezza...



L'intera isola è un vero deserto: non ci sono alberi, tranne un'area a ovest con pini marittimi, deformati dal vento, alti circa un metro e mezzo... Il resto è roccia e sabbia, polvere e sassi, la terra rossiccia e il contrasto con il cielo blu cobalto... Silenzio e immobile bellezza... una rara, preziosa poesia se si è disposti ad ascoltare...



Poi c'è Linosa, una perla nera ancora più piccola ma altrettanto affascinante...
Non sono riuscita a cogliere a pieno la bellezza di quest'isola vulcanica, cosparsa di fichi d'india; mi ha colpito troppo il pensiero della piccola comunità che ci vive stabilmente. L'estate, con il caldo e i turisti che quotidianamente la visitano con i loro sgargianti costumi, le risate squillanti, le corse dei bambini e quelle degli adulti per accaparrarsi un posto sulla barca migliore o un tavolo ai pochi ristoranti, riempiono le giornate e forse offrono un contatto, artificioso certo, ma concreto con il mondo...
Già il mondo... Che d'inverno immagino debba sembrare terribilmente lontano, specie quando le condizioni meteo avverse possono isolare completamente Linosa anche per più di un mese.
A un ora di aliscafo da Lampedusa (eh sì è proprio lei la protagonista del post e dei sogni invernali miei e di marito "dei sogni") è da lei così diversa per colori e conformazione geologica: qui il mare è verde smeraldo, trasparente e brillante allo stesso modo, la sabbia è nera e il lato nord est dell'isola disseminato di piccole, incantevoli grotte che abbiamo potuto esplorare semplicemente con mascehra e boccaglio.




Ho già scritto di Lampedusa ma non posso evitare di riparlarne, quest'isola e la sua gente ci è entrata nel cuore e ci ha pervaso l'anima... come un lampo... da cui il suo nome.
Non subito, non immediatamente se ne coglie la bellezza, feroce e selvaggia, la poesia dei calmi, assolati tramonti... Solo chi la "vive" ogni giorno da sempre ne cososce la durezza e l'asprezza; la forza e la tempra di chi è abituato ad "arrangiarsi", colpevolmente abbandonato in un luogo sperduto e lontano, alla ribalta della cronaca esclusivamente per gli sbarchi di disperati, si traduce in incredibile ospitalità, cordialità e generosità. La parlata calma, la cadenza ritmata, ci hanno guidato in una vacanza davvero diversa...
Sembra incredibile in un posto così piccolo, ma il tempo si è come dilatato, solitamente i giorni di vacanza volano e si fatica ad assaporarli...
Ora il tempo dell'attesa sembra ancora lungo, ma le belle giornate e il sole che finalmente sembra cominciare a farsi vivo, preannunciano già la bella stagione e con essa le vacanze... Come sempre dovremo aspettare settembre ma l'estate passa veloce assaporando il ritorno nella nostra "isola dei sogni".

mercoledì 26 novembre 2008

SOGNANDO ANCORA BRUGES

Una delle città più affascinanti che io e "marito dei sogni" abbiamo visitato è, senza alcun dubbio, Bruges.
Amo il Belgio e la sua letteratura (Michel de Ghelderode su tutti), ho colto, leggendo, il tormento di una nazione originata non dal sangue (il Risorgimento ha contribuito a formare il nostro spirito patriottico) ma a tavolino, durante congressi e sedute politiche; i disagi di chi, sradicato dalla cultura di appartenenza (valloni e fiamminghi) ha cercato di ricrearsene una nuova.
Tutto questo traspare nella letteratura belga, nostalgia e tormenti sono propri anche del capolavoro di Rodenbach Bruges la morte, dove la città non è più una quinta, un luogo dove si svolgono le vicende, uno scenario casuale. Bruges è viva, è parte del romanzo, è il romanzo... Scandisce i tempi del dolore, partecipa al precipitare degli eventi con la sua struttura ed essenza: il Beghinaggio, le chiese che evocano e scandiscono il tempo della preghiera, la luce fioca, l'acqua la cui presenza è costante sebbene celata dalle nebbie, le torri incombenti...
C'è un fascino sottile nella bruma e nella descrizione della città silente; sono proprio questi aspetti che intendevamo cogliere visitando Bruges...
Chiunque sia stato nei Paesi Bassi ha potuto osservare la mutevolezza del tempo e la noncuranza di chi vi abita, pertanto mai ci saremmo aspettati di trovare Bruges splendente di sole in una giornata di fine ottobre.
Ci si arriva in auto e non si coglie mai, da lontano, il sentore della sua bellezza. La città è piccola, un gioiello nascosto, una trina di canali preziosa quanto lo sono i pizzi realizzati dalle merlettaie (a tal proposito, ogni anno una settimana è dedicata proprio a quest'arte, per le strade si vedono le merlettaie all'opera con i loro fuselli, abbigliate con i costumi tradizionali).
Ci ha colpito da subito la luce: avvolgente, dorata, preziosa, una luce strana, inconsueta, le ombre del mezzogiorno lunghe come da noi, in Italia, alle sei della sera.
Siamo giunti al Markt, la grande piazza cuore della città, attraverso strette viuzze. Seduti su una panchina, mangiando le famosissime e ottime patatine fritte, i nostri occhi scorrevano rapidi sui palazzi che la circondavano: case antiche con insegne, le Hallen (sede dei mercati) e il Beffroi (la torre civica) che altissimo spiccava nel cielo di un azzuro incredibile.
In silenzio, tenendoci per mano, incuranti della folla e incantati da tanta bellezza abbiamo percorso le vie, costeggiato i suggestivi canali fino al Minnewater, il famoso "Lago d'amore" con la casa di guardia della chiusa, le anatre e i cigni... Subito alla mente mi sono tornati i versi di Moretti: ("Io sento in me la tristezza del giorno domenicale, del giorno crepuscolare nel quale l'anima prova il bisogno di una nuova solitudine, e di andare... e di andare fino a Bruggia, fino al vecchio beghinaggio per vedere un paesaggio lagunare che si aduggia!") anche se in verità la giornata così ridente, soleggiata e colorata tutto evocava tranne la nostalgia e la solitudine. Solo in queste rare occasioni si capisce davvero perchè gli autori di fiabe provengono dal nord Europa...
Poi il Beghinaggio, silenzioso e severo, con le sue casette ordinate e ancora le strade con i negozi di profumatissime e deliziose praline di cioccolato, le gioiellerie e il museo dei diamanti e, ancora, i negozi di filati e articoli da ricamo. Le chiese, severe e pulitissime, con maestosi organi a canne dal suono possente, che colmano le ampie navate e chi, lasciata la folla, si siede, come noi, ad ascoltare; poi il carillon del Beffroi, un suono nettamente diverso ma avvolgente allo stesso modo.
Abbiamo lasciato Bruges con la sen sazione di aver vissuto, per qualche ora, in un sogno, con la consapevolezza di aver lasciato una parte della nostra anima in una città così particolare, la certezza di aver ricevuto in dono una rara giornata di sole, tersa, limpida, con un cielo così viola da far male quasi agli occhi e il desiderio di tornare ancora per scoprire, con altri condizioni climatiche, una città sicuramente nuova.


martedì 25 novembre 2008

MARIAGE FRERES

Parigi è una città meravigliosa (non quanto Roma, per la quale abbiamo un legame speciale), ci torniamo sempre con immensa gioia con la sensazione di immergerci un mondo tanto diverso da quello in cui viviamo. Ci si torna magari fuori stagione, magari affittando un appartamento a Les Halles, magari scansando le mete abituali del turista affrettato... E' in questi momenti che Parigi si schiude a noi e ci offre sempre sorprese che, veramente, coinvolgono i nostri sensi.

Non so perchè ma ci siamo sempre andati tra gennaio e febbraio, stagioni apparentemente inusuali e inospitali, in realtà congeniali a noi e alle nostre "abitudini parigine".
Tante sono le piccole cose per noi indimenticabili: il kebab-panino mangiato a place des Vosges in un gennaio insolitamente mite; il tramonto sulle sdraio ai giardini de le Tuileries a guardare i bimbi spingere le loro barchette nelle fontane, quasi la Parigi dei romanzi ottocenteschi... Lo stesso clima che si coglie al Museo Jacquemart-Andrè, in realtà una casa museo che raccoglie le collezioni (e le passioni) dei suoi antichi possessori, dove tutto appare reale e vivo; i concerti d'organo pomeridiani a Notre Dame e a Saint Sulpice, strumenti dai suoni maestosi e pieni che riempiono l'anima.
Anche il Louvre può riservare sorprese e svelare una delle sue numerose facce a chi, per curiosità o per passione, lascia la galleria degli italiani, la sezione egizia, greca e romana alle spalle e alla folla, lasciandosi affascinare dalla sezione islamica, dalle maioliche italiane, dal tesoro dei re di Francia. Ciò che resta del meraviglioso tesoro di Saint Denis (e l'abbazia, a nord di Parigi, merita davvero una visita), scampato allo scempio della rivoluzione, si può ammirare anche in un'altra chicca parigina, il Cabinet des Medailles della Bibliothèque Nationale, dove tra gemme, cammei e olifanti, si può ammirare una vasta collezione di placchette bronzee.
E ancora l'Institute du Monde Arabe, struttura modernissima, perfettamente integrata nel centro storico della città, con una magnifica vista sull' Ile de la Cite e una sala da the con dolcetti orientali buonissimi, il Viaduc des Arts, vicino a place de la Bastille, un viadotto ferroviario trasformato in un giardino con meravigliosi negozi (tra i quali Les bonheur des dames un paradiso per chi, come me, è appassionata di cucito e ricamo) e soprattutto Mariage Frères...
Come descrivere questa meravigliosa sala da the in stile coloniale? Si trova nel cuore del Marais, in una viuzza silenziosa e nascosta; ancor prima di entrare si è avvolti da un meraviglioso profumo di the, varcata la soglia si entra in un mondo a parte. Sulla destra il negozio: dietro un bancone 4-5 commessi esaudiscono i desideri dei clienti tra centinaia di the, sugli scaffali gelatine, cioccolata, biscotti, candele, incensi, tutti a base di the e ancora libri, tazze, teiere, poi gente, tanta, curiosa, estasiata, incantata...
Al primo piano un piccolo museo del the, ma ciò che veramente rende indimenticabile ogni nostro soggiorno nella Ville Lumière è la sala da the vera e propria.
Pretenziosa all'apparenza come lo è la cordiale ma distante gentilezza dei camerieri, ma dopo tre, quattro pomeriggi a fila anche loro si sciolgono e accompagnano nella scelta del the... Un luogo incantato nel quale si può rimanere seduti a gustare la bevanda e chiacchierare, senza che nessuno disturbi, dimenticandosi del tempo che scorre e sentendosi, finchè la teirea non è completamente vuota, immersi in questa città e parte di essa...







sabato 8 novembre 2008

LAMPEDUSA...

Saranno le giornate che si stanno progressivamente accorciando, la nebbiolina e l'umido... Sarà che pur amando l'inverno mi sta venendo nostalgia dell'estate appena passata... Sarà che le vacanze quest'anno sono state al di sopra di ogni nostra aspettativa, tanto che un post a questa meravigliosa isola e alla sua altrettanto splendida gente va scritto.

Lampedusa è un vero e proprio scoglio in mezzo al mare, l'impatto per chi ci arriva per la prima volta è notevole e per noi addirittura sconcertante.
Siamo partiti ai primi di settembre con un volo alla mattina presto. Partivamo con un clima decisamente fresco divenuto addirittura polare in aereo. Impressionante l'atterraggio: la pista a Lampedusa parte dal mare e finisce con il mare, ai lati, deserto... Siamo stati accolti e soffocati da aria caldo umida e una temperatura che, alle 8.30, arrivava già a 42 gradi! Scirocco ci hanno spiegato...
Per i primi giorni non abbiamo avuto tregua: le spiagge a Lampedusa sono poche (l'isola è circa 14 km quadrati) pertanto assai affollate, piene di sdraio e ombrelloni, il caldo soffocante, nemmeno i bagni davano refrigerio. Per noi che abbiamo sempre cercato vacanze lontano dalla folla è stato un inizio poco piacevole!
Ma Lampedusa è un posto veramente magico che si ama piano piano, quando si abbandona l'idea di vacanza consueta e si adottano nuovi ritmi, più lenti e rilassanti. Noleggiato lo scooter abbiamo cominciato a esplorare l'isola, mi ha colpito tantissimo il profumo dell'aria impregnata di finocchietto selvatico, santoreggia ed elicriso.
Il caldo non consentiva un'intera giornata in spiaggia così abbiamo iniziato a scoprire l'isola: per prima cosa la gastronomia locale con gli arancini (spettacolari per chi viene dal nord e ne sente solo tessere le lodi), i cannoli, le insalate di polpo a prezzi incredibilmente bassi...
Poi la barca con la quale abbiamo più e più volte fatto il giro dell'isola. Così abbiamo conosciuto il Barracuda di Andrea che, con la moglie Tania e il figlio Rosario, ci hanno accolto come in famiglia, facendoci dimenticare le classiche gite per turisti (arcipelago della Maddalena in Sardegna ad esempio). Salutarli, tutti con gli occhi lucidi, è stato difficile, non possiamo dimenticare la gentilezza, la cortesia, la loro disponibilità e nemmeno la cucina di Tania: i suoi sgombri sott'olio, le alici e le triglie marinate, i suoi dolcetti di mandorle, il "caffè lampedusano" con la cremina e la scorzetta di limone, il delizioso vino bianco camuffato da the verde... Inutile dire che le uscite con loro e con la compagnia che si era create si sono moltiplicate diventando il fulcro della nostra vacanza. Tuffarsi alla Tabaccara, al Vallone dell'acqua e nel lato nord dell'isola è come immergersi in un acquario, si è circondati da centinaia di pesci e i fondali sono spettacolari anche per chi, come noi, si limita solo a fare snorkeling.
Il fascino unico di quest'isola priva di coltivazioni, di acqua dolce, di piante e di ombra si coglie, dopo lo sconcerto iniziale, in ogni aspetto. I colori che il paesaggio assume sono solo apparentemente monotoni: lo scirocco della nostra prima settimana ha portato caldo, umidità e una certa foschia che contribuiva a creare tramonti strani e affascinanti con colori "sabbiosi" e caldi; quando il vento ha ceduto ad un clima ideale e ventilato, i colori sono improvvisamente esplosi regalandoci scorci spettacolari.
La spiaggia dei conigli è, per questo motivo, il posto più incredibile che abbia mai visto. Ci si arriva scendendo un sentiero ben tracciato per una decina di minuti ed il paesaggio che si offre alla vista durante questo tragitto è da mozzare il fiato. Credo veramente che quel mare nulla abbia da invidiare alle Maldive o ai Caraibi, non ci sono parole che rendono la bellezza di quel luogo, riserva marina protetta e riparata, dove le tartarughe nidificano e i pesci giocano con i bagnanti e quasi si lasciano toccare...
Poi ci sono tutta una serie di piacevoli scoperte: c'è la gita a Linosa con la spiaggia di sabbia nera vulcanica, il tour con il gozzo di Giovanni, il bagno nelle grotte e i fondali scoscesi,; di nuovo a Lampediusa il bagno al tramonto con i delfini, il pesce della pescheria "da Gianni" incredibilmente economico, gli aperitivi al "13.5" con il suo fantastico buffet, le mie adorate granite siciliane (imprescindibili per me intollerante al lattosio) alla mandorla e al caffè, il magnifico negozio di ceramiche in via Roma... E poi la gente, gentilissima e accogliente, che si adatta ad innumerevoli attività lavorative che cambiano con il mutare delle stagioni, la raccolta differenziata che restituisce un'isola linda, "sporcata" solo dalla maleducazione di molti turisti... Un luogo e molte persone che ci sono rimaste nel cuore... Alla fine è solo un arrivederci alla prossima estate...